L'INDIA e la sua magnifica STAMPA A BLOCCHI
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Benvenuti in India,
anzi no benvenuti in questo quaderno da viaggio Gulliver che come ogni quaderno da viaggio che si rispetti custodisce l’itinerario, le curiosità, le meraviglie e gli inconvenienti oltre ai biglietti, le cartoline i timbri e ogni cosa che non deve andare perduta di questo splendido viaggio!
Legenda colori articolo
Rosso: titoli delle giornate
Verde: luoghi geografici
Nero: racconto di viaggio/Itinerario
corsivo: cenni storici o culturali
Blu: tutto ciò che riguarda i tessuti
Si tratta anche del viaggio prescelto per presentarvi e sopratutto testare il nuovo "zaino da viaggio" COLOMBO, che non poteva essere messo in produzione prima di essere provato!
Un viaggio di fine Settembre condiviso con Marco, mia sorella Irene, il ragazzo Leonardo e voi DiManine. Ovviamente alla frenetica ricerca di esperienze, ma anche di TESSUTI! Dopo aver ripercorso ogni pagina del mio GULLIVER con copertina a tema valigie (tessuto giapponese acquistato di persona a Tokyo- clicca qui per l'articolo sul Giappone ), ecco di seguito cosa voglio raccontarvi.
Il nostro viaggio è iniziato in Atelier a Firenze con Federica che ha abbandonato i vostri ordini e ci ha accompagnato alla stazione di Firenze, dove abbiamo preso il treno per Milano.
A Milano Malpensa ci siamo incontrati con mia sorella che arrivava dalla Svizzera, dove vive. Leo lo avremmo incontrato direttamente in Hotel a Delhi (era già li da alcuni giorni per un convegno ingegneristico).
Arrivo a Delhi con volo diretto alle (8:00 di mattina) dove avevamo un taxi ad aspettarci mandato dall’Hotel.
Qui la scelta del luogo dove soggiornare è molto complessa: si trovano proposte di prezzo che vanno da pochi euro a centinaia di euro a notte. Abbiamo poi capito che molti hotel chiedono di fargli recensioni ottime e questo è il motivo per cui ci sono soluzioni anche molto economiche con punteggi altissimi che non sempre sono veritiere. Nonostante questo la nostra scelta si è rivelata buona: hotel pulito e dignitoso, cosa non da poco da queste parti.
La prima sosta, consigliata dall’autista del taxi, a causa del molto anticipo rispetto all’orario di check-in in hotel è stato un negozio, molto turistico, dove vendevano di tutto di quelle cose tipiche indiane: dagli elefantini di sandalo, ai tappeti, passando per pietre dure e argento e arrivando anche ai tessuti.
Non abbiamo resistito a tre fantasie molto belle, pur sapendo che eravamo in uno dei tantissimi luoghi acchiappa turisti, dove i prezzi sono alti. In questi posti però bisogna cedere anche a questo in certe circostanze.
Dopo esserci sistemati in Hotel e ripresi per un paio d'ore dal viaggio e dalle 8h di volo, siamo usciti in giro per la capitale indiana!
La prima uscita in giro per Nuova Delhi / Delhi è stata sicuramente molto caratteristica e in linea con i giorni successivi…
Partiamo con il dire che questa città divisa in modo ormai impercettibile tra Nuova e vecchia Delhi è il frutto della colonizzazione inglese.
Nuova Delhi è un sobborgo moderno di un’immensa metropoli in cui le regole sembrano essere molto trascurabili o inesistenti, la percentuale di persone che vivono in strada è molto alta, la concentrazione di umanità elevatissima e il divario sociale inconcepibile.
La posizione della capitale indiana era per gli anglosassoni perfetta perché centrale nel territorio, che all’epoca comprendeva anche il Pakistan.
Con l’indipendenza Indiana anche il Pakistan ha ottenuta la sua e in questo stato autonomo si sono spostati moltissimi mussulmani che abitavano l’India.
Nuova Delhi, da dimora dei funzionari anglofoni, è stata popolata dagli indiani e così oggi la differenza fra città nuova e vecchia è davvero molto poco percettibile.
Ma torniamo a noi! Uscita dall’hotel con pozzanghere, pioggia, e clacson che suonano all’impazzata senza un apparente motivo (Il rumore era assordante anche da dentro l'hotel). Che si fa in questi casi? Beh ci si mette in cammino per capire che realtà ci circonda.
La primissima tappa è stata proprio quel meraviglioso negoziato di timbri a blocco che vengono usati in India per la stampa su tessuto, ma di questo parleremo più avanti.
Ne abbiamo fatto incetta e li abbiamo riportati in Atelier per stampare dei bei cartellini che trovate nei vostri pacchi che contenenti modelli realizzati con tessuti indiani.
Quando siamo arrivati il signore dormiva sulla sua "seggiolina", ma grazie ad una bottarella della moglie che stava lucidando i timbri si è svegliato e molto carinamente ,dopo averci aiutato a scegliere, ci ha anche fatto un tatuaggio all’henne.
Abbiamo poi proseguito lungo le vie di questa zona di mercato vicina all’hotel, per poi prendere un Tuc-Tuc , che grazie all’aiuto di un locale (che ha contrattato per noi un prezzo non turistico) ci siamo recati in un negozio che anche in questo caso vendeva un po’ di tutto, ma aveva una stanza dedicata ai tessuti. I cotoni erano davvero molto, molto belli e la ragazza che ci lavorava è stata molto brava a consigliarci nella scelta. Il suo sari era favoloso e lo portava con grande eleganza. Già in questa prima giornata sono rimasta molto colpita dalla bellezza dei sari che le donne indossano.
Il rientro in hotel è stato movimentato fra clacson, schizzi di fango e pioggia. Mia sorella si è presa una "splendida ciaffata" d'acqua proveniente da una pozzanghera in faccia ed è finita in una marroncina e gigantesca pozzanghera che non vogliamo identificare meglio...
La nostra permanenza in India per qualche giorno era mirata alla ricerca di tessuti da portare in Atelier. Avevo molto studiato al riguardo entrando in un mondo meraviglioso:
All’interno della bandiera indiana si trova proprio il telaio Charka su cui abbiamo poi visto stendere le matasse di cotone. Secondo Gandhi questo strumento è il simbolo della salvezza dell’economia indiana fondata sull’artigianato tessile da sempre. Dopo l’indipendenza infatti questo settore è stato quello che, attraverso la promozione del lavoro artigianale e casalingo, ha permesso al paese di entrare nei commerci internazionali, consentendo una vita dignitosa ai cittadini.
Furono il colonialismo inglese e il consumismo europeo infatti a mettere in crisi il settore tessile Indiano.
Gandhi diceva: “è un vero peccato abbigliarsi con le ultime creazioni di Regent Street, quando i tessitori e filatori tuoi vicini di casa muoiono di fame”.
Ricordate quando parlavamo di quell'incredibile successo dei cotoni Indiani portati dalla Compagnia delle Indie in Francia? L'importazione fu addirittura vietata per evitare il crollo delle tessitorie europee. Parlavamo proprio dell’altra faccia di questa medaglia! (Leggi qui l'articolo sulla Provenza)
Mentre in Francia andavano a ruba i cotoni Indiani e si iniziava a stamparli direttamente in Europa con tecniche più veloci, in iIndia si cercava di stare dietro al mercato snaturando le tradizioni si stampa a blocchi.
La tessitura del cotone, molto più dei quella della seta, è in India una tradizione che si tramanda familiarmente di generazione in generazione. Risalente al XIV secolo, grazie anche alla perseveranza di Gandhi oggi occupa circa 45 milioni di persone.
I tipi di tessitura e i colori stessi hanno un grande valore sociale. Del resto in questa terra i ceti sociali (le caste) sono alla base della cultura ancora oggi. Il tessuto è qui un forte indicatore di ceto sociale.
Il Khadi è un cotone tessuto non troppo fitto che fa un effetto simile al lino grezzo, contrariamente al Mal che è invece la tessitura più fine che ci sia. Ci sono poi le preziose stoffe da sari chiamate Mandaldirj.
E i colori? Il rosso l’essenza femminile, il giallo la nascita, il bianco il lutto.
Al’interno della bandiera del paese si trova proprio il telaio Charka usato dallo stesso Gandhi per tessere, metodo di depurazione a suo parere.
Ma veniamo a noi e alle nostre ricerche…
Secondo giorno (primo intero) a Delhi
Avevamo bisogno di renderci conto della situazione in città e così abbiamo deciso di prendere un driver per tutta la giornata che ci portasse a fare un giro per le attrazioni principali della città e alla stamperia a blocchi che avevamo contattato dall’Italia.
Prima tappa Forte Rosso, la residenza Muogul e seconda il memoriale della cremazione di Gandhi.
Oltre a qualche tempio moderno e ad edifici coloniali la città non offre molto altro!
Dopo pranzo alle 14:00 avevamo il nostro appuntamento tanto atteso: un’originale azienda in cui si stampa a blocchi su cotone.
Hand Block Printing una tecnica di intaglio a bassorilievo su legno di palissandro (molto duro e resistente).
L’arrivo in questo posto, fuori da ogni circuito turistico della città rende l’idea della realtà che si vive in questa terra:
Abbiamo detto la destinazione al nostro autista, il quale era già molto titubante, ma insistendo siamo riusciti ad arrivare nella periferia di Delhi, attraversando luoghi inimmaginabili…
Le periferie oltre ad essere piene di gente sono piene di animali, mucche che mangiano qualsiasi cosa (anche spazzatura), bambini, mendicanti. persone normali che lavorano e vivono, palazzi più o meno dignitosi, venditori di tutta e verdura e non solo.
Abbiamo incontrato la discarica più grande di Delhi, che doveva essere chiusa da anni, ma che continua ad avere un indotto di persone che vivono grazie a lei. Abbiamo incontrato accanto alla discarica un fiume con donne che lavavano i bambini in quelle acque e un mercato all’interno del quale si vendono i ritrovamenti della discarica.
Poi siamo entrati in questo quartiere che cercavamo, dove il nostro autista non voleva entrare, perché gli abitanti erano appartenenti ad un’ altra religione e/o casta.
Insistendo per rimanere ci siamo fatti venire incontro da uno dei tre fratelli proprietari della stamperia, che a mala pena ricevevano risposte dal driver, che non voleva parlargli.
Entrati a piedi nel quartiere abbiamo trovato la vera India: donne, bambini, animali, uomini che conducevano nei vicoli la loro vita quotidiana!
Mahfooz ci ha portato nei vari edifici del quartiere dove ogni giorno stampano metri di tessuto. Lo spazio necessario è molto perché le pezze devono rimanere distese per tutte le fasi di stampa:
I blocchi vengono immersi nelle tinture naturali e poi stampate su tessuto in più fasi. Ci sono due, tre, ma anche quattro blocchi consecutivi da stampare perfettamente in modo da ripetere il disegno con tutti suoi dettagli.
Dopo essere stati stampati in tutte le fasi vengono lasciati asciugare per tutta la notte stesi sui tavoli di stampa. Il giorno successivo devono essere lavati per fissare il colore e poi asciugati al sole.
Riguardo ai colori in India esiste un vero e proprio ministero che si occupa del settore tessile e che obbliga l’utilizzo di tessuti naturali tradizionali.
Con Mahfooz ci siamo poi spostati per vedere anche la stampa in serigrafia. Qui i tavoli sono ancora più lunghi perché la stampa è più rapida e quindi si usano fino a 30 metri metri di tessuto.
Dopo l’affascinantissima visita, con il taxi, siamo andati alla bottega dei tre fratelli per acquistare quei tessuti che adesso sono in Atelier e stiamo utilizzando.
La scelta è stata lunga (per la gioia dei nostri compagni di viaggio) e complessa, i tessuti sono bellissimi, ma come sempre dovevamo scegliere i più adatti ai nostri modelli.
Rientro in hotel lungo e tortuoso a causa del traffico. Delhi sembra non avere regole stradali e il caos regna sovrano!
Terzo giorno tra Delhi e Agra
Una giornata dedicata allo spostamento da Delhi ad Agra per visitare una delle sette meraviglie del mondo… il Taj Mahal
Le ore in macchina sono 3/4, dipende molto da quanto è congestionato il traffico e da cosa si incontra per strada.
Per noi il viaggio è stato piuttosto scorrevole, le strade non sono male in questo tratto, ma comunque si è sempre con gli occhi fuori dal finestrino per vedere questo mondo così diverso dal nostro.
Agra è la vecchia capitale dell’impero Moghul e oltre al Taj Mahal si trova qui il primo Forte dei Re, poi rifatto anche a Delhi.
Nel pomeriggio lo abbiamo visitato con una guida che ci avevano proposto in hotel a Delhi, perché in India cercano di offrirti il pacchetto completo ovunque. Noi non amiamo questo, ma qui muoversi da soli in sicurezza è davvero difficile! La povertà è molta e hanno conosciuto il turismo e la ricchezza che porta!
Comunque la vista dal Forte sul mausoleo è favolosa e solo quella vale la visita.
Uscendo abbiamo fatto un breve giretto nella città Agra, che a confronto con Delhi è un paesino!
Qui abbiamo trovato per puro causo un negozio con un’insegna che mi ha colpito: “tessuti per sari e chador”. Due religioni e culture che per anni si sono scontrate, che oggi convivono e che continuano ad avere i suoi screzi, ma comunque i tessuti per gli abiti tradizionali sono gli stessi! Non è un grande segno di unione e uguaglianza? lo voglio leggere così!
Qui abbiamo fatto la nostra scelta e anche queste stoffe sono entrate nella nostra valigia gialla comprata a Kyoto o lo scorso anno, con lo stesso fine di trasportare tessuti!
Rientro in hotel e tutti a nanna! Il Taj Mahal va visto all’alba!
Ultimo giorno in India con una visita maestosa!
Come annunciato sveglia alle 5:00 per essere dentro al mausoleo alle 6:15. Il nostro viaggio si è svolto in un periodo di bassa stagione e qui, come in altre mete, abbiamo potuto apprezzare la bellezza del luogo senza troppi turisti.
L’ingresso è pieno di cani e scimmie, è tutto piuttosto curato, ma alla maniera indiana. Non aspettatevi il punto informazioni all’europea o il negoziato di souvenir.
La maestosità del luogo lascia davvero a bocca aperta.
Il Taj Mahal è il mausoleo fatto costruire dall’imperatore nel 1613 in memoria della sua fedele moglie che morì di parto al 14esimo figlio.
La moglie in punto di morte chiese la costruzione di un monumento funebre in suo onore. Il marito distrutto da tale perdita lo fece costruire in quella posizione per poterlo ammirare dalla sua residenza (il Forte) ogni giorno! Ci vollero 22 anni per realizzarlo e ancora oggi la principessa riposa lì.
Dopo la meravigliosa visita rientro a Delhi direttamente in aeroporto per partire per Colombo. In Sri Lanka abbiamo trascorso una decina di giorni e anche qui alla ricerca di tessuti che adesso, in atelier, stiamo combinando con quelli indiani… con meravigliosi risultati!
Tutti i prodotti creati con fantasie comprate da noi all'estero sono contrassegnati dalla bandierina del paese di provenienza.
1 commento
Un viaggio pazzesco sotto ogni punto di vista, l’India è uno dei pochi Paesi dove davvero non ci sono rimandi alla cultura occidentale. Ciò che a me colpisce sempre è proprio il modo in cui vivono, la povertà e la sporcizia. Strade lasciate al caos e tutto è così come capita. Ci vuole davvero una grande forza a visitare questi posti perché è un viaggio che a livello umano lascia davvero tantissimo. Penso che quando si torna dall’India si è in qualche modo diversi. A livello di stoffe davvero penso sia stata davvero una lunga ricerca (come hai giustamente scritto). Trovare qualcosa che non sia trappole per turisti deve essere difficilissimo, ma è bellissimo che siete riusciti a trovare qualche piccola realtà unica!