SRI LANKA e la tessitura manuale delle donne singalesi
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Siamo arrivati a Colombo, dopo 3h30 di volo da Delhi in tarda serata e ad aspettarci c'era il nostro driver, che ci avrebbe poi accompagnato per tutto il viaggio! Più avanti nel viaggio lo avremmo soprannominato "Sir," perché con la sua estreme gentilezza si rivolgeva sempre a noi così!
Sri Lanka: una terra così vicina all'India, ma così diversa già al primo impatto! (Non date mai dell'indiano ad un singalese... se ne avrebbe molto a male!).
Primo giorno in Sri Lanka: da Colombo a Dambulla
In questa prima giornata singalese ci siamo goduti la sveglia nel nostro bell'hotel di Colombo e abbiamo fatto un giro nel mercato della città (quartiere Pettah) e nel quartiere del Fort. Subito dopo partenza verso Dambulla, fra paesaggi bellissimi!
Partendo dal presupposto che abbiamo visitato il paese in un mese non turistico (Settembre), possiamo dire che Dambulla, che si trova nel "triangolo culturale" dello Sri Lanka, è una cittadina tranquilla e il nostro hotel era un luogo a conduzione familiare molto piacevole e pulito.
Dopo una sosta in hotel abbiamo fatto un giretto nella via principale lungo la strada statale in cui ci sono un po' di negozi e botteghe che vendono di tutto... indovinate un po' che genere di articoli avrò scovato subito?
Qui come in India si vedono macchine da cucire ovunque, più o meno utilizzate, ma sono ovunque! Anche il panettiere potrebbe averne una accanto al bancone. In Sri Lanka la marca SINGER non vende solo articoli per il cucito, ma anche elettrodomestici e in ogni città o agglomerato urbano c'è un negozio che si chiama così.
Ecco ovviamente ho trovato subito una parte della via dove si vendevano tessuti! Siamo entrati in una di queste botteghe e un signore, assieme al figlio, ci hanno accolti. Il ragazzo, che studia inglese, si è appassionato a noi dicendo che siamo i suoi primi amici europei. Abbiamo acquistato i due tessuti batik che stiamo utilizzando in atelier e alcuni altri tessuti colorati che ci piacevano molto!
Abbiamo regalato al ragazzo un Mini Praticuccio e lasciato i nostri contatti. Ancora oggi ci scrive, quanto potrà essere curioso, affascinante e soddisfacente chattare con un europeo per un ragazzo 14enne singalese?! Solo i miei capelli biondi sono per loro una cosa stranissima, figuriamoci la nostra cultura e stile di vita.
Ecco i due Batik originali acquistati e alcuni Praticucci che ci abbiamo creato in atelier. Questo tipo di tessuto non si acquista a metraggio, ma a pezza. Abbiamo preso due pezze piuttosto grandi che saranno al Personalizzato fino ad esaurimento e che troverete qua e là già cuciti fra i nostri modelli in pronta consegna.
Secondo giorno in Sri Lanka: Sigiriya e Pidurangala
Stamani non potevamo che fare la nostra salita sulla vetta di Sigiriya, dopo averla anche vista in televisione nella finale di Pechino Express lo scorso anno. Questa roccia di origine vulcanica, che svetta in mezzo ad una zona pianeggiante e ricoperta da una giungla rigogliosissima, è un vero spettacolo. Sulla cima si trovano le rovine di un palazzo la cui storia è avvolta fra mistero e leggenda.
La salita non è sicuramente agilissima, ma il vento forte aiuta a non soffrire troppo il caldo. E comunque vale davvero la pena!
Dopo la discesa ci siamo spostati per pranzo in un luogo piuttosto turistico, dove però eravamo soli e due signore locali ci hanno cucinato, sotto una tipica tettoia un ottimo pranzo singalese.
Qui a metà giornata si mangia riso giallo (al curry) con pollo e verdure a piacimento. La cucina è davvero molto buona e durante questo pranzo ci hanno anche insegnato a fare un'ottima salsa da aperitivo: cocco grattugiato sul momento, cipollotto, lime e peperoncino. Davvero buono!
Nel tardo pomeriggio ci siamo invece goduti il tramonto dalla vetta di Pidurangala, difronte a Sigiriya, la quale svetta davanti a voi in uno spettacolo strabiliante.
Abbiamo veramente visto arrampicarsi chiunque, con scene anche piuttosto pietose. Mentre la salita di stamani era ripida, ma piuttosto omogenea, da questa parte, nell'ultimo tratto ci si deve letteralmente arrampicare fra le rocce e non è agile per tutti. Si devono avere scarpe e abbigliamento giusto.
Prima di rientrare ci siamo fermati a comprare quei metri di tessuto che mi sarebbero serviti per ripararmi dalla sabbia durante il safari il giorno seguente e non solo... Ovviamente ne ho approfittato e in uno di quei negozi di cui parlavamo prima, ho preso anche qualcosa che sicuramente apprezzerete nei prossimi tempi.
Terzo giorno in Sri Lanka: Wilpattu National Park
La sveglia è stata molto faticosa alle ore 3:30, due ore di viaggio con "Sir", cambio di macchina e salita sulla Jeep, ingresso nel parco e via alla ricerca di animali: aquile, pavoni, galli singalesi, bufali d'acqua, cerbiatti, volpi volanti, coccodrilli... ma sopratutto il silenziosissimo e difficilissimo da vedere leopardo!
Verso le 9:00 erano già 2h che giravamo per il parco e ne mancavano altre due, ci siamo fermati, come le altre Jeep (che per fortuna non erano molte) per fare pipì nell'unico punto in cui ci sono i bagni e si può scendere dai mezzi. Dopo una ventina di minuti, proprio quando Marco ha scelto di andare a fare una "pipì di scorta" il driver si è precipitato correndo come una furia e dicendo che "lo avevano visto!!!". Così con la stessa sua foga e rischiando letteralmente un "accidente" mi sono precipitata a chiamare Marco che non si sarebbe mai perdonato di non vedere LUI per colpa di una pipì!
Siamo risaliti a bordo e via fra la polvere a tutta velocità verso il punto in cui il "gattone" maculato dormiva spaparanzato sulla sabbia nei pressi di un bacino d'acqua. La sua maestosità ed eleganza è indescrivibile! Ci ha degnato anche di farci vedere entrambe i lati del suo meraviglioso mantello rotolandosi di qua e di là ignaro di quanti lo stessero guardando.
La missione del giorno era compiuta! Nel parco ci sono circa 15 esemplari, abbiamo capito che siamo stati molto fortunati a vederlo e poterlo osservare da così vicino e per lungo tempo. Dobbiamo solo ringraziare le circostanze, essendo liberi nel parco che copre circa 131 ettari il rischio di non vederli è altissimo.
All'ingresso del parco c'è un simpatico cartellone con una foto del felino e un fumetto che fa riflettere sul fatto che anche se noi non lo vedremo durante la visita, lui vedrà noi, e questa è già una grande cosa!
Nel pomeriggio, dopo un pranzo in un ristorante di zona, abbiamo fatto un breve giro ad Anuradhapura, l'antica capitale dello Sri Lanka dove si possono vedere le rovine della città, ma eravamo veramente molto stanchi vista la sveglia molto prima dell'alba e l'adrenalina della giornata. Il sito vale sicuramente la pena, ma per noi non era il giorno giusto.
Quarto giorno in Sri lanka: verso Kandy e i suoi Batik
Lasciamo il nostro carinissimo hotel e partiamo verso Kandy, ma prima di lasciare Dambulla facciamo una breve sosta al mercato ortofrutticolo e alle Cave Temple.
Questa zona dello Sri Lanka è una zona in cui si produce moltissima frutta e verdura che ogni mattina viene smistata in questo grandissimo mercato all'ingrosso per essere poi trasportata in tutto il paese e non solo. Uno spettacolo di colori incredibile.
Le Cave Temple sono cinque grotte rupestri dedicate a Buddha molto originali, vi consigliamo di iniziare dalla quinta e di finire con la prima (a ritroso) così da vedere prima le meno suggestive e poi per ultime le più belle. Lungo la scalinata che vi porterà al complesso troverete donne che vi venderanno fiori di loto, da lasciare come offerta.
Dopo aver lasciato i nostri fiori di loto, siamo ripartiti verso Kandy con sosta in una piccola e turistica azienda che produce spezie. Nonostante ci si fermino tutti i turisti è carino scoprire come sono le piante di quelle spezie che si mangiano tutti i giorni in questo posto.
Arrivo a Kandy per pranzo, che abbiamo fatto ad un ristorante panoramico piuttosto turistico (come tutto qui), ma che aveva una bellissima vista sulla città.
Subito dopo visita ad una piccola azienda di Batik. Come vi dicevo nelle storie di Instagram (che ritrovate nelle storie in evidenza), lo Sri Lanka, molto più dell'India ha conosciuto il turismo. Questo porta sicuramente ricchezza e permette ai locali una vita più dignitosa, ma a volte rovina anche le economie locali, falsando i prezzi o spingendo a rendere le tecniche di produzione più sbrigative e meno genuine.
I Batik sono tipici dell'Indonesia, ma i Portoghesi e gli Olandesi hanno portato qui questa tecnica che ormai è parte dell'economia singalese. I soggetti rappresentati sono solitamente geometrici o raffiguranti flora e fauna del territorio.
Arrivati davanti al negozio/laboratorio il proprietario ci ha mostrato la tecnica di produzione dei batik, partendo dalla stesura della cera e dalla colorazione del cotone o della seta facendoci giustamente notare che i materiali sintetici non si colorano.
Si parte coprendo le parti che non devono essere colorate e si procede in più stesure di cera partendo con il colore più chiaro, per poi finire con il più scuro (solitamente il nero). I bagni di cera e colore possono essere anche molti e per rimuovere la cera si immerge il tessuto in acqua bollente. Le ragazze che stavano lavorando hanno scritto su un pezzetto di cotone i nostri nomi e quello di DiManoMia che ora è appeso in Atelier.
La commessa ci ha anche mostrato come si indossano Sari e Sarong, abiti tipici che qui vengono fatti anche con la tecnica batik.
Prima di andarcene abbiamo comprato quei piccoli batik che vi siete già comprati dopo che li abbiamo trasformati in bellissimi Praticucci XL, Wallaby XL, Occhiolino, Poppins e Little Beauty. Dei pezzi unici con colori favolosi e fattezze super resistenti che hanno continuato il loro viaggio fino a casa di qualcuna di voi.
Per finire la serata abbiamo assistito ad uno spettacolo di danze tipiche che non ci sentiamo di consigliare particolarmente e successivamente visita al tempio dove è custodito il dente di Buddha. Tempio molto bello.
Kandy vive nei ricordi di mia madre, che l'ha vista trent'anni fa, come un posto meraviglioso, oggi mi ha fatto l'effetto della "Lugano Singalese": un posto in cui convivono il turismo religioso del tempio buddista e il turismo occidentale, un luogo che di genuino ha ormai ben poco! Ha però un bel lago e la città si estende sulle colline circostanti.
In treno verso Ella
Stamani partenza con il tipico treno che una volta al giorno parte da Kandy e ti porta fino ad Ella, attraversando una zona montana in cui si trovano Nuwara Eliya e le piantagioni di tè. Il viaggio dura circa 7h durante le quali ci si può affacciare e anche sporgere dalle porte che restano sempre aperte.
Il treno procede molto lentamente, rallentando ulteriormente nei punti panoramici per permettere ai turisti di ammirare il paesaggio, di persone locali non ne abbiamo visto praticamente nessuno.
Il biglietto si può acquistare online per tutte e tre le classi, oppure in stazione spendendo molto meno. Anche in bassa stagione i posti a sedere erano però tutti pieni e quindi non so quanto convenga rischiare di restare in piedi per 7h.
La pericolosità di questo tipico trenino e della possibilità di sporgersi non è sicuramente irrilevante, sopratutto in alcuni punti in cui si passa dentro a strette gallerie o fra la rigogliosa vegetazione. Spero solo che questo mezzo non venga a breve rivisto perché più di un turista poco prudente o sbadato si farà del male. Il mezzo in se ha poco di suggestivo a renderlo tale è la possibilità di guardare fuori senza un vetro a dividere i paesaggi favolosi che attraversa lungo il tragitto.
Per noi sarò sempre un ricorso speciale, anche perchè proprio da qui vi abbiamo presentato lo zaino da viaggio Colombo.
Arrivo verso le 15:00 a Ella, pranzo veloce e hotel. Anche qui molto carino e a conduzione familiare. In tarda serata al tramonto abbiamo fatto una passeggiata fino al Ponte dei nove archi dove passa il treno che ci ha portato fino in città. Ritorno in tuc tuc dopo una lunga contrattazione che in queste terre è d'obbligo.
Un trekking ad Ella
In città era tutto chiuso ed era possibile muoversi e lavorare solo ai turisti e a chi lavora per loro. Motivazione: il coprifuoco per le elezioni del giorno precedente. Era comunque tutto tranquillo, qui sono abituati!
I nostri programmi per la giornata erano comunque fuori da zone popolate: ci siamo incamminati sulle rotaie per iniziare il nostro Adam's Peak trekking: lungo, faticoso per il suo dislivello e ad "alto rischio sola" come abbiamo deciso di definirlo noi! La questione è che le indicazioni sono cancellate dai locali che si appostano nei vari punti per confonderti le idee e costringerti a seguire le loro indicazioni per arrivare sulla vetta, così da chiederti soldi per il servizio. Noi avevamo scaricato la mappa sull'applicazione che usiamo anche in Italia e Svizzera per i trekking e sulla vetta ci siamo arrivati in autonomia, portando con noi anche un ragazzo tedesco conosciuto lungo il cammino. La vista è bellissima. poco prima dell'arrivo si paga una tassa ad una sorta di guardia boschiva. Purtroppo una parte della montagna difronte era andata a fuoco pochi giorni prima e nella zona c'erano ancora fuochi accesi.
Al ritorno dopo pranzo e prima di tornare in hotel, con un tuc-tuc siamo scesi un po' a valle per vedere la cascata di Ella che non aveva in quel momento molta acqua. Infatti fino a quel giorno non avevamo ancora provato la pioggia Singalese.
Inutile che vi racconti quanto il mio Wallaby sia un alleato perfetto in viaggio e ancor di più durante i trekking.
Safari nel sud del paese
Sveglia rilassata in vista del safari al tramonto ad Uda Walawe National Park.
Stanotte Marco e Leo si sono guardati un paio di partite in terrazza con la spiacevole compagnia delle volpi volanti che volavano da un albero poco distante!
Per arrivare al parco da Ella ci vogliono circa 3h, abbiamo fatto una sosta in un mercato locale e dopo pranzo, verso le 14:00 partenza a bordo della Jeep in cerca di animali, in particolare elefanti.
Qui il paesaggio è meno lussureggiante di vegetazione, ma con la luce del pomeriggio e poi del tramonto è davvero bello! Al centro si trova un grande bacino idrico dove coccodrilli, scimmie ed uccelli stazionano in compagnia dei mastodontici e favolosi elefanti. Grandi, piccoli, in branco e solitari... elefanti, tantissimi elefanti nel loro habitat naturale.
In Sri Lanka gli elefanti si possono vedere in natura ed è quello che tutti dovrebbero fare! L'alternativa è andare nei centri in cui vengono tenuti in cattività, dove si ha la certezza matematica di vederli e ci si può anche salire, ma si tratta di animali tenuti a catena.
Nati con intenti di recupero degli esemplari che erano stati utilizzati per il lavoro nei campi, oggi questi centri continuano a tenere gli animali in cattività anche se gli esemplari che hanno non sono più quelli sottratti al lavoro. Perchè non preferire sostenere i parchi dove si lavora per preservare la specie in natura?!
Al nostro arrivo al parco abbiamo incontrato alcuni elefanti "furbetti" che erano nei pressi delle recinzioni, in attesa che qualche passante gli desse un po' di frutta. Si tratta di animali molto intelligenti. I ranger chiedono di non nutrili perché i "ragazzoni" si abituano ad essere nutriti e non si procurano più il cibo da soli.
Verso sud, verso il mare, verso la tessitura manuale
Si punta verso sud, verso Matara e verso Vyanni "donne tessitrici" in singalese. Avevo contrattato la signora qualche giorno prima per poter scoprire la loro realtà di tessitoria artigianale. Questa piccola azienda basa la sua economia sulla tessitura di cotone indiano (perché in Sri Lanka non si produce) che viene completamente lavorato qui.
Il loro obiettivo è far conoscere e valorizzare il lavoro di artigiane che lavorano in casa e che hanno difficoltà nella promozione della loro bravura. Permettendogli di lavorare ad un prezzo equo migliorano la loro qualità di vita. La prima visita è stata allo show-room dove il disordine regnava sovrano, ma le meraviglie erano moltissime, le abbiamo scelte e portate in atelier.
Più tardi abbiamo fatto visita al laboratorio, che si trova in una zona di campagna fuori Matara. Qui siamo stati accolti dal ragazzo che ci lavora e siamo potuti entrare a vedere le signore che tessono, fanno rocchetti e bobine per trame ed orditi.
Come già vi accennavo non possiamo pensare alle condizioni lavorative a cui siamo abituati noi, ma comunque abbiamo trovato una realtà tipica e piacevole. Le donne lavorano scalze, perché qui la cultura vuole questo e ovunque si va scalzi. Le bobine vengono fatte seduti per terra, anche questo segno culturale.
Inutile dire che si respira una piacevole aria lavorativa e si producono meraviglie che siamo stati felicissimi di aver portato con noi.
Il pomeriggio lo abbiamo trascorso in spiaggia. Fuori stagione come nel nostro caso abbiamo trovato un paese che si stava preparando alla stagione e ristrutturava le varie attività. Anche il nostro hotel aveva dei lavori in corso di ristrutturazione.
In cerca di cetacei
La sveglia è stata presto per raggiungere Mirissa e partire alla ricerca di Balene e delfini. A settembre inizia la stagione degli avvistamenti, ma non è mai certo vederli. Il mare è molto grosso ed è probabile prendere una bella pioggia monsonica come è successo a noi. Noi abbiamo visto solo numerosi branchi di delfini che sono davvero un bello spettacolo. Niente balene e molto mal di mare!!! Penso che dopo averle viste alle Azzorre per un po eviterò di ripetere l'esperienza.
Nel pomeriggio check-in nella villa che avevamo prenotato su Airbnb per questi ultimi giorni al mare. Nei pressi della villa si trova la Secret beach, che speriamo rimanga tale a lungo... ma ho molti sospetti a causa delle masse di turisti che stanno sbarcando qui.
Sopratutto nelle zone costiere il turismo sta veramente arrivando in massa e i locali non sono poi così pronti a sopportare queste orde di gente, il territorio tanto meno e le infrastrutture sono spesso molto improvvisate. Abbiamo percepito che il governo sta cercando di mettere dei limiti all'urbanizzazione, ma non è facile arginare tutto questo, sopratutto per il quantitativo di soldi che porta.
Giornata di Surf
Quest'isola è famosa per le sue onde e quindi per il surf. Nel sud del paese ci sono spiagge adatte ad ogni livello e capacità, noi da principianti abbiamo optato per Weligama, un golfo bellissimo anche per godersi il mare. Una giornata di Surf e sole in un periodo in cui la zona è semi deserta!
Ancora tessuti fatti a mano davanti a noi!
In questa giornata nuvolosa e a rischio pioggia abbiamo scelto di visitate Sooriya Weaving Mills l'ultima tessitoria che avremmo incontrato.
Irene e Leo hanno fatto una passeggiata a Unawatuna Beach mentre noi abbiamo proseguito con "Sir" fino a questa struttura nella giungla. La particolarità sta nel fatto che qui si parte proprio dalla colorazione dei tessuti con coloranti naturali (come il Jack Fruit di quelle meravigliose righine che in Atelier, in tante, avete abbinato ai fiorellini panna stampati a blocchi o ai "fichi" indiani).
L'azienda è nata nel 1976 fondata da Mr. eMiss Sooriyaarachchi , la cui parte iniziale del nomi significa "sole".
Arrivati lì una donna stava stendendo alcune matasse di fili colorati a righe e il proprietario, che ci ha accolti, ci ha mostrato la tecnica dei nodi con la quale si ottiene quella particolare colorazione (dei tessuti bordeaux e ottanio che abbiamo portato in atelier).
Fuori si trovano le vasche per la colorazione, i focolai per scaldare l'acqua e fissare il colore, i fili per stendere le matasse ad asciugare.
Entrando dentro invece si trova una grandissima stanza dove diverse donne tessono il filo, creano le bobine e i rocchetti, preparano gli orditi.
A differenza della tessitoria vista qualche giorno prima, qui possiedono alcuni macchinari che creano le matasse di filo automaticamente invece che a mano, ma l'artigianalità non è assolutamente messa in dubbio.
Abbiamo acquistato diversi tessuti la cui fattezza è meravigliosa e li abbiamo portati in atelier. Siamo rimasti in contatto con il proprietario e in futuro chissà che non arrivino in Atelier altri tessuti da questo luogo meraviglioso.
Nel pomeriggio, nonostante il tempo un po' capriccioso siamo tornati a Waligama e non sarebbe stata l'ultima volta!
Ultimo giorno sull'oceano
Un ultimo giorno in Sri Lanka, un ultimo giorno a Weligama e un ultima giornata di surf fra le meravigliose acque dell'oceano indiano.
Nella zona si trova anche il mercato del pesce, dal quale non acquisterei pesce da mangiarmi, viste le precarie condizioni igieniche, ma molto bello da vedere!
Si torna in Italia
Ciao a Villa Pavillon e a Madam, la gattina che ci vive dentro e che ci ha fatto compagnia per tutto il soggiorno.
(Lion è la birra tipica del luogo).
Partenza da Colombo verso l'Italia con le nostre valigie, lo zaino che è venuto con noi per essere testato e che abbiamo chiamato proprio COLOMBO e ai nostri 25kg esatti di tessuti: Stampati a blocchi in India, tessuti da Sari, stoffe tessute a mano in Sri Lanka e Batik!
Abbiamo pesato anche il Colombo che da vuoto pesa poco più di 1kg.
Curiosità:
In questo paese animali e piante sono così tanti che vi riempiranno l’anima! L’animale simbolo è il Gallo dello Sri Lanka che si vede in molti parchi! Ma un altro animale, sicuramente molto più affascinante, molto diffuso e rappresentativo è il pavone. Anche le hostess della compagnia di bandiera indossano sari che lo ricordano! Purtroppo non abbiamo trovato tessuti con questa fantasia, ma in passato li abbiamo avuti e per festeggiare questo articolo, se trovi qualcosa a tema pavone sullo shop vedrai che è scontato!!!
Ora che tutte le stoffe seno arrivare in atelier, ci abbiamo realizzato molti pezzi in pronta consegna e riempito lo show-room è il momento di chiudere questo quaderno da viaggio Gulliver e darvi appuntamento al prossimo!